[okfn-it] Gli Open Data nel contesto italiano - report

Christian Morbidoni christian.morbidoni a gmail.com
Lun 27 Giu 2011 14:16:10 UTC


Ciao Matteo,

grazie per il dettagliato riassunto. Mi proponevo anche io di scrivere un post ma poi il tempo è sempre tiranno.

Il workshop opendata 4 startups è stato a mio avviso un esperimento interessante  che mi ha fatto anche capire (o avere la conferma) di alcune cose. 
Ad esempio il fatto che spiegare l'aspetto tecnologico di Linked Data serve non solo con gli sviluppatori ma anche con un pubblico più esteso e imprenditoriale/"startup oriented" come quello di Firenze.
A parte le tecnologie e lo stack W3C, etc, l'idea di poter collegare i dati tra loro e trarre valore dall'insieme, di poter consumare i dati attraverso un semplice web è stata recepita.
Nei brevi pitch, preparati in poco tempo da gruppi appassionati e (aimè) senza l'ausilio del web (la rete proprio non ce la faceva), sono uscite discussioni interessanti: 
l'importanza della pulizia e della "curation" dei dati considerata valore aggiunto su cui fare business, la necessità di incrociare dati di diversa natura, ma anche il confronto tra diversi modelli di monetizzazione, etc.
Ricordo anche un breve scambio di opinioni sull'uso di crowdsourcing e sull'eterno trade-off tra editing collaborativo/aperto dei dati e qualità/pulizia degli stessi. Mi sento di dire che in generale abbiamo la riprova che comunità anche totalmente aperte possono creare basi consistenti di dati, ma certamente quando si tratta di fare business sul valore aggiunto dei dati questo modello deve essere corretto.

Durante le presentazioni dei pitch sinceramente mi sono divertito da matti :-) 
Non ricordo il nome di quel ragazzino di quarto liceo che ha fatto una ottima presentazione e ha tenuto testa alle domande e dubbi avanzati da un perfido "giudice" ( io :-)).
Massimo Zaglio ha seguito costantemente i gruppi (anche quando io mi fumavo una sigaretta di tanto in tanto al sole di fuori) cercando di sintetizzare il lavoro dei gruppi in 10 slides e insistendo sui punti importanti.
Un concetto che continua a girarmi in testa (e che è stato ripetuto più volte a frontiers) è che nella ricetta del successo di una startup l'idea non è al primo posto. Sono più importanti il team e le sue competenze specifiche che, se eccezionali, possono determinare in maniera rilevante il successo dell'idea stessa.

E' vero che nessuno dei gruppi ha indicato (come ci si aspettava) i dati veri e propri su cui basava il suo business. Ad esempio valorizzare i dati demografici ISTAT piuttosto che quelli delle scuole del Piemonte.
Ma credo sia comprensibile visto che, oltre al fatto che come dicevo non funzionava la rete (argh..), le persone si sono giustamente concentrate sull'IDEA, considerando gli open data e i linked data come strumenti abilitanti, ma senza scendere ad un livello di dettaglio sui dati.

Frontiers of interaction, evento a cui partecipo per la prima volta, cerca di mettere assieme una realtà imprenditoriale italiana con cui non sono molto familiare. Fatta di venture capital e startup monoprodotto. Mi chiedo quale sia la dimensione di questa realtà... quella che vedo io è fatta di grosse rendite di posizione e reiterati appalti, ma per fortuna anche di piccole medie aziende che un mattoncino alla volta creano un mercato, anche facendo innovazione a volte!
Evento comunque interessante e spettacolare. Interaction design, ricerca e modelli di business di successo: dentro FOI c'era un po di tutto. Si spaziava dallo shopping online agli algoritmi di image recognition (http://www.youtube.com/watch?v=1GhNXHCQGsM guardatelo se non lo avete visto perchè e strepitoso), alle lezioni di multi modal application design alla filosofia.
Sicuramente stimolante e  in grado di offrire spunti di approfondimento o "suggerire idee".

grazie a Massimo per l'invito :)

saluti

Christian






> 4 startup diverse dicevo:
>  1. "Pure Data": pulitura dei dati con modello freemium, su base
> statistica nella
> versione free e a pagamento con sempre maggiori rifiniture
>  2. "Chouse", un servizio di mappatura ed integrazione dati per
> facilitare la ricerca della casa che risponda alle proprie esigenze,
> integrando dati della
> criminalità, dei luoghi di divertimento ed altro, andando oltre
> all'indicatore del prezzo. Il modello è la vendita di dati profilati per
> le agenzie immobiliari, che possono anche alzare i prezzi per utenti ben
> consapevoli di volere la casa in un dato posto.
>  3. una specie di aggregatore di booking, che gestisse gli n punti di
> contatto dei portali di booking per agevolare meno dispersione
> nell'aggiornare la propria offerta in n punti diversi.
>  4. ( questo non me lo ricordo, momento di vuoto)




On Jun 27, 2011, at 2:44 PM, Matteo Brunati wrote:

> 
>> Ciao a tutti,
>> lunedì scorso alcuni di noi erano a Firenze per un incontro organizzato
>> dall'ITTIG-CNR su "Gli Open Data nel contesto italiano". Ho scritto, con
>> l'aiuto di Maurizio Napolitano, un breve-ma-non-troppo resoconto
>> http://it.okfn.org/?p=140 cercando di riprendere tutti i punti più
>> significativi. Non ho la pretesa di aver ricordato tutto, quindi se
>> avete integrazioni e commenti vi prego di segnalarli qui o direttamente
>> sul blog.
>> 
>> Pensate che si riesca ad avere un resoconto simile (anche più breve) per
>> la Digital Agenda Assembly e per Frontiers of Interaction?
>> 
> 
> 
> Un saluto a tutta la lista,
> visto che ero presente ed ho dato una mano alla sessione Open Data for
> startup a Frontiers, ecco i miei 2 cent ( ma nei prossimi giorni arriva
> pure un post ). Poi magari dicono la loro anche Christian e Massimo...
> 
> In realtà erano presenti due sessioni sugli Open Data a Frontiers of
> Interaction:
> 
> 1.
> http://frontiersofinteraction.com/2011/06/visualizing-and-understanding-italian-society-between-ethics-and-aesthetics/
> 2. http://frontiersofinteraction.com/2011/06/open-data-for-startup/
> 
> La prima, quella di Daniele Galiffa e la compagnia di Visup.it per quanto
> riguarda la data visualization. Hanno preso uno strumento[0] ( citato tra
> l'altro all'interno della
> pagina da rielaborare di SOD dedicata agli strumenti[1] ) e rielaborato i
> dati presenti su openspending relativi alla spesa pubblica italiana,
> creando un'ottima base di partenza per riflettere assieme:
> 
> http://t.co/0OVArym
> 
> Sono riuscito a seguire poco la parte workshop, ma mi sembrava ben nutrita
> e appassionata al tema. In più devo dire che le riflessioni portate sono
> state molto belle: basta guardare la treemap su openspending e la loro
> rielaborazione per capire quanto una modalità sia adatta a certi usi e
> altre siano adatte a far emergere ulteriori informazioni nascoste.
> 
> Per quanto riguarda il workshop Open Data for startup invece, alla
> richiesta  iniziale di conoscenza del contesto open data, quasi tutti
> hanno alzato la mano.
> Mentre a quella di conoscenza sui linked data, solo 3 hanno accennato
> qualcosa. Un segno perfino migliore degli hackday di londra, a quanto
> pare, dove i mashup venivano fatti senza usare nulla dello stack Linked
> Data.
> 
> La presentazione utilizzata da Massimo di Top-Ix e da Christian (
> Netseven e Linkedopendata.it ) è online[2].
> Dopo la fase introduttiva, è stata lanciata la sfida finale, divisione in
> gruppi con condivisione finale del pitch basato sugli open data.
> Si sono formati 4 gruppi, dove almeno due gruppi avevano già delle startup
> in fase di lancio, per cui sono riusciti a sviluppare idee
> carine e notevoli, dato il poco tempo a disposizione.
> La sensazione è che nessuno abbia concentrato il focus sulla filiera degli
> open data, però.
> 
> 4 startup diverse dicevo:
>  1. "Pure Data": pulitura dei dati con modello freemium, su base
> statistica nella
> versione free e a pagamento con sempre maggiori rifiniture
>  2. "Chouse", un servizio di mappatura ed integrazione dati per
> facilitare la ricerca della casa che risponda alle proprie esigenze,
> integrando dati della
> criminalità, dei luoghi di divertimento ed altro, andando oltre
> all'indicatore del prezzo. Il modello è la vendita di dati profilati per
> le agenzie immobiliari, che possono anche alzare i prezzi per utenti ben
> consapevoli di volere la casa in un dato posto.
>  3. una specie di aggregatore di booking, che gestisse gli n punti di
> contatto dei portali di booking per agevolare meno dispersione
> nell'aggiornare la propria offerta in n punti diversi.
>  4. ( questo non me lo ricordo, momento di vuoto)
> 
> Direi quindi molto positivo il feedback, molto orientato ai dati e al
> modello di business, meno sugli aspetti tecnologici abilitanti come la
> cloud del Linked Open Data.
> Dato il contesto dell' interaction design la cosa era prevedibile, visto
> che è un po' lontano dagli aspetti tecnici, ma è un terreno fertile di
> innovazione e di usabilità della filiera dei dati.
> Che quindi va tenuto presente.
> Buon lunedì a tutti,
> 
>  Matteo Brunati
> 
> [0] - http://mbostock.github.com/d3/
> [1] - http://www.spaghettiopendata.org/strumenti
> [2] -
> https://docs.google.com/present/view?id=0AacLbDoFGDS3ZGN2YnRyNmNfNGRqYzloY2Ri&hl=en_US
> 
> 
> -- 
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